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Il ladro e il ciabattino

«C’era una volta una città dorata. Al centro della città dorata, sulla cima del più alto minareto, c’erano tre palle d’oro. Gli antichi profetizzarono che se le tre palle d’oro fossero sparite, l’armonia sarebbe stata spezzata e la città sarebbe precipitata verso rovina e morte. Ma gli antichi predissero anche che la città sarebbe stata salvata dalla più semplice anima con la più piccola e semplice delle cose.»

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Nel 1989, dopo aver inanellato una serie di pellicole di successo quali Ritorno al futuro e All’inseguimento della Pietra verde, Robert Zemeckis realizza, per conto della Disney, un progetto che stava inseguendo da molto tempo: Chi ha incastrato Roger Rabbit?, ispirato al romanzo di Gary Wolf Who censord Roger Rabbit e prodotto da Steven Spielberg. Il film si portò a casa 4 Premi Oscar, tra i quali migliori effetti speciali ed il premio contributi speciali a Richard Williams che
dirigeva il reparto animazione.

Spesso capita che grandi artisti finiscano nel dimenticatoio, tuttavia la passione che hanno riversato nel loro lavoro permane e sgorga dalle loro opere, anche le meno conosciute. Richard Williams è sempre stato un outsider, anche lavorando per i grandi Studios, che fino all’ultimo ha avuto un sogno dal titolo The Thief and the Cobbler che per troppi anni è rimasto sul fondo di un cassetto, incompiuto.

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A distanza di più di cinquanta anni, Garrett Gilchrist, cerca di ricostruire quanto più fedelmente possibile l’intento originale dell’opera, inserendo tutti i materiali disponibili: storyboard, animazioni incomplete. Nel 2020, in pieno Covid, un manipolo di fandubber hanno prestato le loro voci e il loro tempo per l’adattamento italiano che si trova sul canale dello youtuber 151eg.

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The Thief and the Cobbler è un opera di instancabile dedizione che ha richiesto una quantità immane di impegno e che si è visto rimaneggiare, tagliuzzare, alterare nel corso degli anni cambiando titolo e spesso forma a seconda del paese di distribuzione e che sicuramente avete trovato in qualche cestone delle offerte in centro commerciale in una delle sue forme apocrife.

Avrebbe dovuto essere la somma opera dell’arte animata, girato a 30 frame al secondo per poter sfoggiare una fluidità inusitata. Un lavoro titanico e uno sfoggio di fantasia che ha fatto scuola e che inconsapevolmente abbiamo ritrovato in molte animazioni più recenti: personaggi e situazioni sono state saccheggiate un po’ da tutti i grandi studi di animazione.

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