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Sentieri Underground #25 – Incontri ravvicinati

Molto probabilmente, se non fosse esi-stita la figura dell’”alieno” la filmografia fantascientifica sarebbe ridotta ad un numero di opere irrisorie: fin da quando i Seleniti aggredivano danzando gli astronauti di Voyage dans la Lune di Méliès, l’alieno e il suo rapporto con l’uomo è stato uno degli espedienti narrativi più utilizzati nella storia del cinema per rappresentare il rapporto tra “conosciuto e altro da sé”(1).

Come scrive Roy Menarini,

“la relazione tra umano e non umano riguarda sempre e solo il nesso tra persone della stessa specie. Non esiste film di fantascienza con alieni che non analizzi per metafora la condizione sociale, culturale e comunitaria degli uomini con se stessi. Gli esempi sono innumerevoli, e giungono ai nostri giorni: basti citare il recente District 9, che narra di profughi extraterrestri segregati in Sud Africa secondo i tristemente noti precedenti dell’apartheid. L’alieno, del resto, offre numerosi spunti allo studio della fantascienza”(2).

Fin dagli anni Cinquanta, l’alieno ha incarnato al cinema le peggiori fobie della società, esprimendo, da lì in avanti, “uno stato d’animo più o meno involontario della società o della cultura. […] Tra xenofobia e nuovi equilibri politici legati all’attualità, insomma, l’extraterrestre funge da cartina tornasole per ogni epoca. Non dobbiamo dimenticare che il filone dedicato agli alieni possiede sfumature ben diverse se si tratta di presenze sulla Terra oppure viaggi dell’uomo su pianeti lontani, a contatto con civiltà sconosciute”(3).

Con la 25ª puntata di Sentieri Underground, in occasione del 40º anniversario di Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, proviamo a ripercorrere le figure aliene più suggestive, amate ed intriganti che la settima arte ci ha regalato negli anni.

(1) — Roy Menarini, Cinema e fantascienza, Bologna, ArchetipoLibri, 2012, pp. 39-41.
(2) — Ivi.
(3) — Ivi.

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