Sentieri Underground #18 – Ballando tra le stelle

Il musical è il genere più sperimentale tra quelli convenzionali, ti consente di spezzare tutto: la sospensione dell’incredulità, la quarta parete, la diegesi, ogni regola. È dav-vero il territorio dove tutto è possibile
– Damien Chazelle
“Da vari decenni il musical è considerato il genere più legato alla Hollywood classica, nel senso però di prodotto totalmente identificato con quell’esperienza spettacolare e spettatoriale, incapace di superare davvero il suo tempo”(1). In questo senso il musical oggi rappresenta inevitabilmente un’operazione nostalgia; qualcosa che si è perduto e si può raggiungere solamente grazie all’intervento di sequenze cinematografiche totalmente slegate dal realismo a cui siamo oggi abituati: il pezzo musicale rappresenta così un’astrazione, “legata a sistemi di rappresentazione che psicologicamente non abitano più il nostro tempo. Non è colpa di nessuno: certi generi resistono e si trasformano (il noir, per esempio), certi altri entrano in letargo, e vengono tolti dalla naftalina una o due volte all’anno, solamente per operazioni di un certo peso produttivo. (2)
E deriva da qui la grandezza di La La Land di Damien Chazelle, un musical che pesca dal passato e dalla nostalgia, ma che cerca di adattarlo ai nostri giorni, creando una nuova forma di “romanticismo disincantato”. Come spiega lo stesso regista di Whiplash, “c’è la convinzione diffusa che il mondo di oggi non permetta di fare musical, e questo mi ha motivato ancora di più. C’è sempre l’ansia a voler giustificare, in qualche modo, i momenti di canto e ballo, come se la modernità non potesse fare a meno del realismo. Ma il motivo per cui i musical di una volta sono classici senza tempo sta nella loro immediatezza, nella loro sincerità. In La La Land abbiamo ricercato quello spirito. La scommessa del film è sposare le vette di fantasia del cinema musicale di una volta alla contemporaneità; e farlo attraverso situazioni potenzialmente “anti-musical”: essere bloccati nel traffico, o in una relazione fallita, o nella frustrante condizione di inseguire un obiettivo che sfugge…”(3).
Nel suo aggiornare il genere all’attualità, La La Land è volutamente costruito su consapevoli omaggi alla storia del cinema musicale. Con Sentieri Underground #18 abbiamo cercato di proporre una filmografia parallela composta da titoli citati direttamente, omaggiati o anche solo sfiorati dal film più chiacchierato del momento, con la speranza di far entrare un po’ di musica e spensieratezza nei vostri salotti!
(1) – Roy Menarini, “La La Land, la strada verso l’Oscar passa per la nostalgia?”
(2) – Ibidem
(3) – Alice Cucchetti, “Ballando tra le stelle”, FilmTv, Anno 25 – N. 3