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Lelioswing 50 anni di storia italiana

Lelioswing 50 anni di storia italiana dopo Roma, arriva a Trieste, al Magazzino delle Idee dal 16 marzo al 4 maggio 2014. “Abbiamo accolto con favore la proposta di Rossana Luttazzi di realizzare Lelioswing al Magazzino delle Idee, una rassegna che, raccontando la vita di Lelio Luttazzi racconta tanta parte della cultura musicale italiana” ha detto Maria Teresa Bassa Poropat, Presidente della Provincia di Trieste con delega alla cultura. “E’ un omaggio dovuto – ha aggiunto – a un grande protagonista del nostro tempo, a un triestino del mondo”.

L’esposizione, che nella sua edizione triestina si avvale del contributo della Fondazione CRTrieste e della collaborazione de LaCappellaUnderground, Casa del Cinema, Casa della Musica-Scuola di musica 55, Bonawentura, Biblioteca Stelio Crise, vuole raccontare i momenti fondamentali e le atmosfere che si respiravano Italia, dal dopoguerra passando per gli anni sessanta fino ai nostri tempi: oggetti d’epoca, dal mobile radio in legno alla televisione, al design spaziale, documenti che segnano il passaggio dal giazzo al jazz. E ancora, foto del dopoguerra e della Dolce Vita, immagini ed emozioni che raccontano come un ragazzo triestino, un giovanotto matto, sia riuscito a materializzare il suo sogno.

“Quando Rossana Luttazzi incominciò a pensare ad una mostra dedicata al marito Lelio, alla sua opera e dedicata a quell’Italia in bianco e nero che in molti ricordano e un po’ rimpiangono, io aderii subito entusiasticamente, senza pensare” racconta Cesare Bastelli regista, direttore della fotografia e vicepresidente della Fondazione Luttazzi. “Soprattutto senza pensare che nella mia vita mai avevo fatto una mostra e che non sapevo neppure bene come si facesse. Di certo sapevo solo che non poteva essere la solita esposizione di qualche fotografia e di qualche pannello: Luttazzi, riservato, ironico ed elegante protagonista dei nostri ultimi 50 anni, grande musicista e grande artista, non lo avrebbe meritato. Così mi incontrai innanzitutto col mio amico scenografo di teatro e di cinema Leonardo Scarpa e con lui iniziammo a pensare ad un allestimento. Più che a preparare preventivi, come avremmo dovuto fare, ci lasciammo andare alla ricerca di atmosfere, di sensazioni, e di ambientazioni che evocassero la sua figura e lo straordinario percorso della sua vita (avventuroso e ricco di talento e di incontri speciali nella realtà; banale, casuale e pigro a sentire lo stesso Luttazzi, campione anche di modestia e di mancanza totale di egocentrismo). Gli strumenti usati sono stati la musica, la fotografia, il teatro, il cinema, le parole dello stesso Lelio (che, segretamente, era anche scrittore), la luce e la suddivisione dello spazio in diversi momenti e luoghi temporali ideati e costruiti da Leonardo Scarpa. Difficile è stato per gli oggetti legati alla sua vastissima produzione artistica: da persona autocritica e disincantata quale era aveva conservato poco e nulla delle sue cose. Ecco che molti dei suoi dischi, degli articoli che lo riguardano, delle fotografie che lo ritraggono, degli apparecchi per riprodurre la sua musica, ecc. sono stati reperiti in vari e “strani” modi, non ultimi i mercati di modernariato, i collezionisti, acquisti e ricerche via internet durate quasi due anni…Inoltre, per l’allestimento a Trieste abbiamo aggiunto ulteriori elementi che riguardano la città, quasi creando una mostra aperta.

Vale come esempio la recentissima e casuale scoperta che un’auto d’epoca, posseduta a Roma per qualche anno da Luttazzi alla fine dei ’60 e poi rivenduta, approdò per un affascinante scherzo del destino anni fa proprio a Trieste dove fu restaurata dall’attuale proprietario che, rintracciato in questi giorni, ci ha concesso di fotografarla e di farla apparire nella mostra… Rossana ci ha sempre dato piena fiducia ed ha combattuto una lotta feroce, quasi sempre perdendola, per ottenere per la Fondazione che presiede i fondi necessari per le costruzioni e i materiali vari. E senza mai frenarci né mai imponendoci di moderare il sogno ambizioso che ci spingeva e che era anche il suo. Alla fine, in un qualche modo ce l’abbiamo fatta. Abbiamo cercato di allestire una mostra che fosse anche un po’ colorata, adeguata ai tempi ma al contempo didattica e che potesse incuriosire anche i giovani avvalendosi di strumenti audiovisuali interattivi. In questo senso è stato determinante l’apporto di Silvia Colombini e di Open Stories, che hanno ideato un software apposito e inedito, un gioco virtuale che permette di suonare il pianoforte assieme a Lelio. Il quale Lelio siamo certi che sarebbe felice di essere raccontato nella sua Trieste in questo bellissimo spazio offerto al pubblico con affetto e lungimiranza dalla Provincia, ma che sicuramente non potrebbe fare a meno di dissentire un po’ da tutto questo interesse e lavoro su di lui, lui che era così schivo, così meravigliato che lo si ricordasse: “io sono stato solo un dilettante fortunato”, diceva di sé. E di quanti dilettanti come lui avrebbe ora bisogno il nostro Paese!”

Al progetto-evento hanno voluto collaborare nomi importanti: Enrico Vaime per la supervisione ai testi e Pupi Avati per quella artistica, Piera Detassis direttore di Ciak per la parte cinematografica del Maestro, Leonardo Scarpa allestitore e scenografo, Cesare Bastelli design luci e scelta dei materiali, Silvia Colombini, studio Open Stories di Bologna, per la Sala Multimediale.

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Il percorso espositivo
Un viaggio della memoria che parte da Trieste, la sua città. Radio Trieste, il jazz, il primo complesso di Lelio “I Gatti Selvatici”, gli americani, il piano bar all’Hotel de la Ville. Poi Milano, la direzione artistica alla CGD (Compagnia Generale del Disco) con Teddy Reno e i tanti dischi pieni di swing. E ancora, Torino chiamato dalla sede Rai per dirigere la prima orchestra d’archi ritmica di sua invenzione. E Roma con la radio, il periodo d’oro della tv e del cinema. Infine il ritorno a Trieste, gli ultimi concerti, Sanremo e il memorabile concerto del 15 agosto del 2009, nella sua Piazza dell’Unità.

Dunque, un percorso cronologico.
Trieste (1923-1948), con l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta del jazz e la giovinezza durante l’amministrazione americana. Le esibizioni a Radio Trieste, al Teatro Politeama Rossetti, all’Hotel de la Ville. E’ uno spazio dove immergersi nell’atmosfera degli anni trenta e quaranta del novecento, un pianoforte, una radio d’epoca con il sottofondo delle note di “After you’ve gone” il brano che Lelio ascoltò a 13 anni perdendo poi la testa per Armstrong e per il jazz. Un videoproiettore mostra invece immagini della storia di quegli anni a Trieste: gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, i bombardamenti, l’arrivo degli americani. Una foto storica del ritorno di Trieste all’Italia (1954), rari dischi americani editi dal Ministero della Difesa americana che portavano in Europa la “nuova musica”.
La seconda sezione è dedicata a Milano e Torino (1948-1952), quando Lelio si trasferisce a Milano e diventa direttore artistico della Compagnia Generale del Disco fondata da Ferruccio Ricordi (in arte Teddy Reno). Qui, con l’orchestra diretta da Lelio insieme alle voci di Teddy Reno

e Jula De Palma, incide centinaia di dischi. E le commedie musicali, il teatro. Poi c’è Torino dove dirige, l’orchestra stabile della Rai, inventando uno stile musicale nuovo per l’Italia: l’orchestra d’archi ritmica. Anni raccontati da scritte al neon, pannelli con immagini d’epoca che ritraggono Lelio con Jula de Palma e Gorni Kramer, teche con reperti originali e un grande microfono da terra. E una chicca: la ricostruzione di un jukebox Wurlitzer del 1940, funzionante, con un meccanismo di selezione touch screen inserita nel vecchio modello che permette al visitatore di scegliere ed ascoltare in diretta i brani musicali di Luttazzi dell’epoca.

Roma è al centro della terza sezione (1954-1970), la città dove Luttazzi si trasferisce appunto nel 1954. Le prime trasmissioni radiofoniche importanti come “Nati per la Musica” insieme a Gorni Kramer, “Il Motivo in maschera” con Mike Bongiorno e, ancora, le commedie musicali. Poi il momento della tv in bianco e nero, indimenticabili le regie di Antonello Falqui con Giardino d’inverno con le gemelle Kessler, Teatro 10 e Studio Uno insieme a Mina, autore per cantanti di successo, Mina in primis, affiancando al pianoforte artisti come Ella Fitzgerald e Lionel Hampton. Impossibile poi non citare HIT PARADE, la celebre trasmissione radiofonica.
Un grande pannello riproduce la copertina del famosissimo 45 giri “La zebra a pois”, la canzone che ha attraversato tantissime generazioni fino ai giorni nostri. Non manca un salotto anni ’60, dove mettersi comodi e veder scorrere, in un autentico televisore d’epoca, un montaggio originale con frammenti dei principali programmi televisivi che hanno visto Lelio protagonista. Passaggi anche sul momento cupo dell’errore giudiziario nel 1970, con uno schermo touch screen che permette di sfogliare i giornali del tempo e poi il ritiro dalle scene. Un secondo video racconta la storia italiana degli anni attraversati.

Sala Cinema. Le interpretazioni di Luttazzi in film come “L’Avventura” di Antonioni, “L’Ombrellone” di Dino Risi e molti altri. Le tante colonne sonore per i film di Mario Monicelli, Totò, Dino Risi, Luciano Salce, Sergio Corbucci. Un percorso raccontato con i manifesti originali dei film che lo hanno visto attore o compositore delle colonne sonore. Il Film “L’Illazione” scritto, diretto ed interpretato da Lelio Luttazzi, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma nell’ottobre 2011 voluto dal direttore artistico Piera Detassis e Rai5, in una serata–evento, alla presenza di tanti amici di Lelio: da Pupi Avati, a Pippo Baudo, al critico Lorenzo Codelli, a Dario Salvatori, al direttore di Rai5 Paolo Giaccio, alla scrittrice Camilla Baresani e a tanti altri.
Roma – Trieste (1970-2010). Il libro “Operazione Montecristo” scritto da Lelio, che diede lo spunto a Nanni Loy per girare il film “Detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi. E poi il rientro in radio con Umberto Broccoli nel programma “Con parole mie”, alla televisione con i suoi amici Pippo Baudo, Rosario Fiorello e Fabio Fazio. Il ritorno ai suoi concerti in trio nei quali Lelio amava suonare i suoi autori preferiti: Gershwin, Cole Porter, Hoagy Carmichael, Jerome Kern. E il Festival di Sanremo nel 2009 con Arisa.

Fino all’ultimo concerto a Trieste il 15 agosto 2009 nella sua piazza Unità d’Italia, sotto le sue finestre, in un piazzale affollatissimo, un concerto in sestetto indimenticabile.
Importante e particolarmente curata anche la sezione multimediale della Mostra: uno spazio con l’installazione interattiva “Play Lelio Swing”. Suggestiva e coinvolgente l’esperienza per il visitatore che, semplicemente alzando le braccia e simulando nell’aria il gesto di suonare sulla tastiera proiettata sul grande schermo di fronte a lui, attiva il meccanismo che gli permette di scegliere un ambito artistico tra jazz, canzoni e duetti, accompagnando Lelio nel video che verrà trasmesso.

E poi oggetti, curiosità, reperti, come il pianoforte verticale primi novecento, il microfono radiofonico anni ’40 o il televisore Geloso anni ‘50/’60 restaurato, i primissimi dischi preziosi della CGD, della Columbia, o la foto originale di Louis Armstrong che Lelio ha sempre tenuto accanto al pianoforte per tutta la vita. Manoscritti, lettere,i premi più importanti quelli ai quali il Maestro teneva di più, e gli oggetti personali. Ricordi per un uomo la cui vita straordinaria e le sue opere hanno attraversato più di 50 anni di Storia d’Italia, storia dello spettacolo e del costume.

LelioSwing regalerà al pubblico adulto un album di ricordi dove poter ritrovare una parte della propria vita, grazie al percorso di un uomo e di un artista tanto famoso quanto amato. Per le generazioni più giovani sarà invece un modo per appropriarsi e vivere emozioni di un passato, conosciuto solo grazie ai racconti dei “grandi”, dal quale hanno però attinto musica e look. E Lelio Luttazzi ci accompagnerà ancora una volta nelle sale del Magazzino delle Idee col suo pianoforte, con la sua presenza discreta ma indimenticabile come quella di uno swing che “non morirà mai”.

 

Iniziative collaterali

Leliomovie diventa la sigla per un ciclo di incontri e proiezioni che animeranno le attività collaterali all’esposizione, tutte a ingresso libero, a cura del centro ricerche La Cappella Underground con la collaborazione di Bonawentura, Casa del Cinema e Casa della Musica. Punto di partenza saranno le colonne sonore, quelle composte da Luttazzi fra il 1957 e il 1976, che si possono ascoltare nel doppio cd “Il cinema di Lelio Luttazzi” pubblicato dall’etichetta Egea. Progetto editoriale voluto e realizzato dalla Fondazione Lelio Luttazzi in collaborazione con Titanus, Sugar, Blue Serge e Casa della Musica di Trieste. Sarà Gabriele Centis, presidente della Scuola di musica 55, ad aprire le danze venerdì 21 marzo alle ore 17 all’Auditorium del Magazzino delle Idee, con una guida all’ascolto fra le soundtracks composte dal Maestro, tra le sonorità cosmiche prodotte per “Space Men” di Antonio Margheriti e le note swing e cha-cha-cha distillate per “Risate di gioia” di Mario Monicelli. Venerdì 4 aprile, sempre all’Auditorium, alle 17, Sergio M. Germani, direttore del Festival I Mille Occhi, presenterà una celebre commedia di Dino Risi, “L’ombrellone” (1965), dove Luttazzi appare anche come interprete. Venerdì 11 aprile alle ore 18 si aprono le porte del Teatro Miela per la proiezione su grande schermo, in collaborazione con la Cineteca Nazionale – CSC del capolavoro di Michelangelo Antonioni “L’avventura” (1960), con la più nota apparizione cinematografica del Luttazzi attore. A seguire, alle ore 21, sarà proiettato il film inedito scritto, diretto ed interpretato da Lelio Luttazzi “L’illazione” (1972), presentato in prima mondiale al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2011 per volere dell’allora direttore artistico Piera Detassis, direttore di Ciak. La serata, organizzata dalla Fondazione Lelio Luttazzi, sarà introdotta da Elisa Grando, critico cinematografico de “Il Piccolo” e “Ciak” e Fulvio Toffoli, giornalista Rai. Infine, venerdì 2 maggio alle ore 17 all’Auditorium del Magazzino delle Idee, Lorenzo Codelli, critico cinematografico (La Cappella Underground, La Cineteca del Friuli) ripercorrerà ancora una volta il tema dei rapporti fra Luttazzi e il cinema, presentando “Souvenir d’Italie” (1957) di Antonio Pietrangeli, film che prende il nome da una delle canzoni di maggior successo del Maestro.

 

INFO
Lelioswing 50 anni di storia italiana
Magazzino delle Idee, Corso Cavour (ingresso lato mare), Trieste
16 marzo 2014 – 4 maggio 2014
INGRESSO GRATUITO
Orari di apertura
martedì e mercoledì 10-13
giovedì 10-17
venerdì, sabato e domenica 10-13 e 15-19
Aperture straordinarie: domenica 20 aprile Pasqua (10-13 e 15-19), venerdì 25 aprile (15-19)
Chiusura tutti i lunedì e giovedì 1° maggio
Informazioni
tel. 040 3798 500
cultura@provincia.trieste.it
www.provincia.trieste.it

 

 

 

 

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