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Con “Montagne di cinema”, intrecci di vita ad alta quota a Sauris

Il Comune di Sauris – Gomande van der Zahre, grazie alla collaborazione con La Cappella Underground, porta a Sauris una cinquina di film sulla montagna.

Montagne di cinema / De perge ime cinema – Intrecci di vita ad alta quota, dall’Italia al Giappone è il titolo della rassegna di titoli che portano sul grande schermo le mille sfaccettature della vita montana, fra rapporti e viaggi introspettivi che nella cornice dei boschi e della montagna riescono ad assumere una forma inedita.
Storie di immigrazione, di profondità dell’animo e della forza derivata dalla riconnessione con la natura.
Ogni incontro sarà introdotto da interventi che contestualizzeranno il tema del film proposto.
Cinque appuntamenti per i cinque mesi che chiudono il 2025 presso la Sala Gradoni Kursaal di Sauris di Sotto / Dörf ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Venerdì 29 agosto – ore 20.30
La pelle dell’orso
Marco Segato
Italia 2016, 92’

Un viaggio dentro noi stessi, alla ricerca di un sentiero che ci avvicini agli altri. Il bosco come metafora delle profondità e delle paure che si celano nell’animo umano.

Introduce Marco Segato
regista, sceneggiatore, autore


Anni ’50. Domenico è un ragazzino che vive in un piccolo paese nel cuore delle Dolomiti. Il padre, Pietro, ha cinquant’anni ma sembra più vecchio, consumato com’è dalla solitudine e dal vino; per vivere lavora nella cava alle dipendenze di Toni Crepaz, un impresario senza scrupoli. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei.
Da qualche tempo la tranquillità del posto è messa a dura prova dalla presenza nella valle di un orso feroce che uccide e incute un terrore superstizioso: “el diàol”, il diavolo, lo chiamano i vecchi. Una sera all’osteria in uno scatto d’orgoglio, Pietro sfida Crepaz e dichiara che sarà lui ad ammazzare l’orso in cambio di denaro. Il giorno seguente, all’alba, Pietro s’incammina; Domenico decide di seguirlo.
Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano e il muro che li separava si sgretola nell’immensità della natura.

Sabato 27 settembre – 18.00
Il male non esiste
Ryûsuke Hamaguchi
Giappone 2023, 106’

L’invasività del turismo più aggressivo, in una località boschiva non lontana da Tokyo, rischia di mettere in pericolo l’equilibrio naturale in nome del guadagno.

Introduce Alessandra Beltrame
scrittrice, giornalista freelance ha percorso molti cammini storici, culturali e naturalistici, raccontandoli per varie testate e nei suoi libri


Nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo, un’azienda senza scrupoli vuole costruire un campeggio di lusso (gampling) rischiando di rompere l’equilibrio ecologico del luogo. Tra gli abitanti che si oppongono al progetto ci sono un padre single, Takumi, e sua figlia Hana, custodi di una vita ancora in perfetta armonia con la natura. La loro resistenza dovrà però affrontare una situazione inaspettata, che cambierà per sempre il destino di tutti.
Anche grazie alle musiche evocative di Ishibashi Eiko, Hamaguchi esplora con maestria un tema di grande attualità, trasformandolo in un’appassionante parabola universale.
Un’opera potente e misteriosa, una riflessione spiazzante e acuminata sugli equilibri e i disequilibri di cui si nutre il rapporto tra l’uomo e la natura. Da un lato, dunque, il ritmo della terra, dell’aria, dell’acqua e delle foreste, dall’altro, come in un gioco di specchi, il ritmo delle musiche di Eiko Ishibashi, punto d’innesco del lavoro di Hamaguchi.
È la natura, con i suoi cicli e le sue leggi, a disegnare la vita nel piccolo villaggio montano. Il tempo sembra fermo, il passato e il presente sembrano separati soltanto da una linea di confine sottile. La comunità di Mizubiki, di cui fanno parte Takumi e la figlia Hana, sta bene così: dentro una quotidianità mite e modesta che ha ereditato dalla generazione precedente e che tramanderà alla generazione successiva.

Sabato 25 ottobre – 18.00
Manodopera
Alain Ughetto
Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo, 2022, 70’

Discriminazione, povertà e immigrazione. Un quadro storico realistico e a tratti crudo ma raccontato con la leggerezza dell’animazione.

Introduce Javier Grossutti
si occupa da oltre vent’anni di emigrazione italiana, di emigrazione di ritorno e delle problematiche legate alle comunità friulane all’estero


In un’affascinante animazione in stop motion con pupazzi, la storia vera di Cesira e Luigi, una coppia di emigranti italiani che negli anni ’20 fuggono la miseria delle vallate alpine italiane per fondare una famiglia in Francia. Il racconto necessario di quando eravamo noi quelli a cui era vietato l’ingresso.

«Prima di morire, mio padre mi ha parlato di un villaggio in Piemonte i cui abitanti avrebbero tutti il nostro cognome. Incuriosito dall’origine misteriosa di questo cognome, sono andato sul posto, dall’altro lato delle Alpi, a Ughettera, “la terra degli Ughetto”. Chi erano queste persone? Come hanno vissuto? Che cosa le ha fatte andar via e dove sono andate?
Grazie alle testimonianze di contadini piemontesi nati alla fine del XIX° secolo, rievoco il percorso di mio nonno, nato nello stesso luogo e nello stesso periodo, ed emigrato in Francia come migliaia d’altri italiani. E nel mio studio ridò vita a questo mondo scomparso, questa civiltà contadina che era quella dei miei nonni, il “ mondo dei vinti”, come lo chiama Nuto Revelli che ne ha raccolto le ultime parole.
Mettendo le mani nella pasta modellabile, ritrovando i loro gesti di lavoro, di vita, di sopravvivenza, mi interrogo sul lavoro stesso delle mie mani. Che cosa mi resta di loro, delle loro tecniche, del loro saper fare, dei loro paesaggi, della loro lingua, del loro immaginario? Che cosa è ancora vivo, in me, di questo mondo scomparso?»
– Alain Ughetto

Sabato 06 dicembre – 17.00
Le otto montagne
Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
Italia, Francia, Belgio 2022, 147’

Due bambini che, divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dall’esempio paterno ma che, nonostante tutto, rimangono vincolati al proprio destino.

Introduce Andrea Zannini
docente di Storia dell’Europa all’Università di Udine, esperto di demografia storica dell’area alpina


“Le otto montagne” racconta la storia di un’amicizia. Un’amicizia nata tra due bambini che, divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di casa. Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita, riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere amici per sempre.

Sabato 27 dicembre – 17.00
Fino alle montagne
Sophie Deraspe
Canada, Francia 2024, 113’

Dalla metropoli alla montagna, Mathyas cerca una riconnessione con la natura e finisce per riscoprire se stesso attraverso le difficoltà.

Introduce La Cappella Underground


Mathyas, giovane agente pubblicitario di Montréal, decide di lasciare la sua frenetica vita di città per seguire il desiderio di riconnettersi con la natura e diventare pastore nel sud della Francia. Arrivato in Provenza senza alcuna esperienza, Mathyas si scontra presto con la dura realtà del mondo pastorale, che lo costringe a mettere in discussione la sua visione romantica della professione. L’incontro con Élise, una giovane impiegata che sceglie di lasciare il lavoro per seguire Mathyas, porta una nuova luce nel percorso formativo del ragazzo, che riacquista così fiducia in sé stesso e nel proprio obiettivo. I due, dopo aver ottenuto l’affidamento di un gregge di pecore, partono per la transumanza, compiendo un viaggio negli incantevoli paesaggi montuosi delle Alpi di Provenza, dove si confronteranno con sfide e incontri che li condurranno verso un nuovo stile di vita in montagna.

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