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Jérémie Périn

All’ultima edizione del Trieste Science+Fiction Festival è stato presentato il lungometraggio animato intitolato Mars Express, diretto da Jérémie Périn, che si è aggiudicato il premio Asteroide e il premio Wonderland di RAI4. Sollecitati dall’occasione di averlo potuto riguardare su grande schermo all’Extra Sci-fi di Verona, ne approfittiamo per fare un ripasso dell’immaginario fantastico dell’autore francese.

Mars Express è il primo lungometraggio a cui Périn si è dedicato, mentre i primi lavori riguardano soprattutto la televisione: un paio di episodi di Like, Share, Die un format debitore di Adult Swim, il programma televisivo statunitense che programma animazioni dal taglio adulto, violento sessualmente esplicito e dissacrante; la serie TV Lastman, tratta dal fumetto di Balak, Bastien Vivès, Michaël Sanlaville in Italia edito da Bao. E un paio di video musicali: The Flaming Lips: Watching the Planets e Fantasy per Dye.

Quest’ultimo è un vero cortometraggio animato che si ispira ai classici dell’animazione giapponese degli anni Ottanta quali Urotsukidoji o Wicked City, ovvero i capostipiti del cosiddetto tentacle rape. Il video realizzato da Perin e uscito nel 2011 ha dato visibilità al musicista electropop garantendogli una visibilità enorme, con i suoi 65 milioni di visualizzazioni. Bizzarro il fatto che nel 2023 il video è stato rimosso per il cambiamento delle norme relative alla censura.

Tutto questo ha portato Jérémie Périn alla realizzazione di Mars Express, l’europeizzazione di un immaginario costruito in anni di visioni nippofile, in cui lo stile della linea chiara del fumetto franco-belga si presta alla rappresentazione dell’immaginario fantascientifico derivato da Blade Runner, Ghost in the Shell e Appleseed. Masamune Shirow rimane alla base di questo lavoro e così tutta la lezione degli autori classici della fantascienza letteraria dedicata allo studio dell’intelligenza artificiale. Eppure, al di là del tratto grafico, si capisce immediatamente che la produzione è europea perché sono evitati i didascalismi a favore di una complessità suggerita e mostrata piuttosto che pedissequamente spiegata come invece accade nella produzione cinematografica americana contemporanea. La costruzione della città di Noctis in cui è ambientata la storia mira alla verosimiglianza ed è stata elaborato servendosi della consulenza di planetologi esperti.

Su questo sfondo quasi losangeliano si dipana un racconto noir, che vi aderisce come una camicia bagnata indossata in una calda giornata estiva, vengono solleticati ed aggiornati molti dei quesiti etici che negli ultimi mesi sono saltati alla ribalta rendendo la questione dell’intelligenza artificiale e del machine learning un fenomeno pop.

Jérémie Périn

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