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Il #metoo sul grande schermo

È stato l’inizio di un cambiamento epocale: l’inchiesta giornalistica delle reporter del New York Times Jodi Kantor e Megan Twohey, uscita il 5 ottobre 2017 e che è valsa loro il Premio Pulitzer, ha scoperchiato un vaso di Pandora di molestie e abusi sessuali, ma soprattutto ha dato alle donne di tutto il mondo il coraggio di denunciare gli abusi subiti da parte di uomini potenti come Harvey Weinstein, contro cui dopo la pubblicazione dell’articolo si sono fatte avanti con le proprie accuse 82 donne, riuscendo a rompere la rete di omertà e connivenze costruita negli anni con minacce, accordi di riservatezza e risarcimenti e costruendo una rete di solidarietà e sorellanza come il #MeToo, una presa di coscienza collettiva tesa non solo a risarcire il passato ma anche e soprattutto a immaginare e realizzare un futuro libero dalla violenza. Infatti, ciò che è accaduto in passato non può essere cambiato, ma «insieme potremmo essere in grado di utilizzare la tua esperienza per aiutare a proteggere altre persone»: è questo quello che le due giornaliste hanno detto alle testimoni per incoraggiarle a denunciare.

Quell’inchiesta è diventata prima un libro e ora un film diretto da Maria Schrader, “Anche io” (She said), USA 2022, che domani, martedì 7 marzo, vigilia della Giornata Internazionale della Donna, La Cappella UndergroundArticolo 21, l’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia proporranno alle ore 18 al Cinema Ariston (ingresso a 5 euro). Un omaggio alle donne che hanno trovato la forza di parlare ma anche al potere della verità e al valore del giornalismo investigativo.

La serata sarà introdotta dalla prof. Patrizia Romito, una delle massime esperte di violenza maschile contro le donne.

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