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Il Cinema Ariston riapre con un omaggio ad Agnès Varda

La sala d’essai del Cinema Ariston, in viale Romolo Gessi 14 a Trieste, riapre i battenti e riaccende i proiettori da lunedì 15 giugno, con una programmazione estiva su grande schermo che si preannuncia, come da tradizione, all’insegna dei migliori titoli dell’ultima stagione cinematografica, classici e cult movies, prime visioni, anteprime, documentari e film in versione originale.

Con la riapertura dell’Ariston a Trieste, prosegue il percorso di ripartenza delle sale cinematografiche di qualità della regione FVG, dove il Visionario di Udine e Cinemazero a Pordenone hanno già iniziato le attività dall’11 giugno, mentre il Kinemax di Gorizia e Monfalcone seguirà a ruota nei primi giorni di luglio. Un ritorno alla normalità sotto il segno della massima sicurezza: i cinema hanno infatti sottoscritto un nuovo e dettagliato protocollo di protezione per il pubblico.

La ripartenza del Cinema Ariston, nello spirito cinephile che caratterizza da sempre la sala e le attività de La Cappella Underground, è affidata ad un omaggio ad Agnès Varda in collaborazione con la Cineteca di Bologna nell’ambito della rassegna “Il cinema ritrovato. Al cinema”. Lunedì 15 giugno alle ore 18.30 e 21.00 l’omaggio ad Agnès Varda al cinema Ariston inizia con il film autoritratto VARDA BY AGNÈS (Varda par Agnès, Francia, 2019, 115′) in versione originale sottotitolata (in replica anche il 16 e 17 giugno).

E nella stessa data del 15 giugno il film “VARDA BY AGNÈS” sarà in programma anche nelle sale del Visionario di Udine e Cinemazero a Pordenone. L’omaggio ad Agnès Varda proseguirà inoltre con una preziosissima dedica online sul circuito nazionale delle sale di qualità www.iorestoinsala.it: il celebre “CLÉO DALLE 5 ALLE 7”, diretto dalla cineasta belga nel 1962.

Una voce unica nel coro nouvelle vague, prima regista donna a ricevere un Oscar alla carriera, Agnès Varda, nata fotografa, per oltre settant’anni ha girato film con lo stesso contagioso piacere, senza distinzioni tra generi, formati, durate, fiction o verité. Un cinema in prima persona, singolare, fatto di luoghi, di strade, di attese, lo sguardo che si fa all’occorrenza femminista e sociale, senza perdere in libertà poetica. Una grande signora del cinema che negli anni ha portato sullo schermo i volti, le vite, i pensieri di tante altre donne, sempre ascoltando la loro ‘voce’ e la propria volontà di autrice, senza cedimenti a nessun vincolo esterno.

Scrive la regista: «Nel 1994, in coincidenza con una retrospettiva alla Cinémathèque Française, ho pubblicato un libro intitolato “Varda par Agnès”. Venticinque anni dopo, lo stesso titolo viene dato al mio film fatto di immagini in movimento e di parole. Il progetto è lo stesso: fornire le chiavi della mia opera. Il film si divide in due parti, una per secolo. Il Ventesimo secolo va dal mio primo lungometraggio “La Pointe courte” nel 1954 all’ultimo del 1996, “Cento e una notte”. Nel mezzo ho girato documentari, film, sia lunghi che brevi. La seconda parte inizia nel Ventunesimo secolo, quando le piccole cineprese digitali hanno cambiato il mio approccio al documentario, da “Les Glaneurs et la glaneuse” nel 2000 a “Visages, Villages” diretto con JR nel 2017. Ma in quel periodo ho creato soprattutto installazioni d’arte, i “Triptyques atypiques”, le “Cabanes de Cinéma”, e ho continuato a fare documentari, come “Les Plages d’Agnès”. Tra le due parti c’è un piccolo promemoria della mia prima vita di fotografa. […] Potremmo chiamarla ‘lezione magistrale’, ma non mi sento una maestra e non ho mai insegnato. Non mi piace l’idea. Non volevo farne una cosa noiosa. Così si svolge in un teatro pieno di gente, o in un giardino, e cerco di essere me stessa e di trasmettere l’energia o l’intenzione o il sentimento che voglio condividere. È quello che chiamo ‘cinescrittura’, in cui le scelte partecipano a qualcosa che si chiama ‘stile’”».

Al cinema Ariston, l’omaggio ad Agnès Varda proseguirà la settimana successiva, nelle date del 22 e 23 giugno, con la proiezione su grande schermo dei film CLÉO DALLE 5 ALLE 7 (1962) e DAGUERRÉOTYPES(1976), abbinati ai documentari RÉPONSE DE FEMMES (1975) e SALUT LES CUBAINS (1963).

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