L’enigma di Kaspar Hauser
Jeder für sich und Gott gegen Alle
di Werner Herzog
Germania, 1974, 110′
con Bruno S., Walter Ladengast, Brigitte Mira, Hans Musaus, Willy Semmelrogge, Michael Kroecher, Henry Van Lyck, Enno Patalas, Elis Pilgrim
versione originale s/t italiano
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Biglietti
Ingresso intero: 8,00€
Ingresso ridotto: 6,00€
Fra sogno, realismo e ambiguità, Herzog narra la vicenda del suo ‘ragazzo selvaggio’, un caso che da più di un secolo è oggetto di studi e di ricerche. Kaspar Hauser, figlio di nessuno apparso a sedici anni sulla piazza di Norimberga con una lettera in mano, fu variamente erudito e sfruttato dalla società: anche la sua morte prematura fu misteriosa, un colpo di pugnale infertogli chissà da chi. Il regista segue le vicende del suo protagonista con rigore visionario, trovando in Bruno S., anche lui orfano, un interprete eccezionale.
Nel 1828 venne trovato abbandonato e in stato confusionale un giovane, Kaspar Hauser, che sapeva appena camminare e parlare. Vissuto per quindici anni nel buio di una cantina, Kaspar Hauser viene catapultato in un mondo che gli è totalmente estraneo. In un film affascinante, Werner Herzog ci racconta le misteriose vicende del “trovatello d’Europa”, un personaggio che da sempre ha ispirato poeti, scrittori e storici. Per Werner Herzog, come in passato per tanti altri artisti e poeti, il personaggio di Kaspar Hauser rappresenta una figura emblematica al di là della sua realtà storica, che racchiude ed esemplifica in nuce le contraddizioni dell’uomo moderno. Egli è, infatti, una figura misteriosa ed arcana di cui non si conosce nulla e, al tempo stesso, proprio in virtù della sua aura di mistero, è anche simbolo palpabile della rivelazione della miseria della condizione umana. Come il conte vampiro Nosferatu o tanti altri “outsider” ritratti dal regista monacense, Kaspar eccede la norma e mette la società a stretto contatto con la sua incapacità di accettare tutto ciò che può essere recepito come diverso ed abnorme – ma è al suo sguardo che aderisce la macchina da presa, è ai suoi occhi che viene demandata tutta la carica visionaria e filosofica del film. Nell’opporre all’universo precostituito della Kultur tedesca (ma non solo quella), la realtà folle del protagonista con le sue “visioni” estatiche, L’enigma di Kaspar Hauser avvia un discorso complesso sul bisogno, troppo spesso negato, dell’Uomo di rispecchiarsi nell’alterità per meglio comprendere sé stesso e gli altri. E attraverso la messa in scena di una comunicazione impossibile tra un mondo, il nostro, quello della Civiltà occidentale, fatto di vuote parole e il mondo nutrito d’immagini immerse nello scorrere del tempo e percepite con la sacralità di uno sciamano che in ogni cosa coglie il respiro del Divino, Werner Herzog si interroga con un rigore poetico quasi ineguagliato, sul senso e sul bisogno di un vero relativismo culturale.
Nella stessa rassegna Werner Herzog